Derivati degli enti locali: la sentenza n. 696/2022 del Tribunale di Venezia

La recente sentenza del Tribunale di Venezia n. 696/2022 si occupa di contratti derivati stipulati da un Ente locale ed offre diversi spunti di riflessione.

La pronuncia si sofferma in primis sulla natura di un particolare derivato, denominato nella prassi cash flow swap o duration swap, nel quale non vi è uno scambio di flussi indicizzati a un tasso variabile ma uno scambio di flussi certi, evidenziandone quindi il carattere di finanziamento e pertanto l’impossibilità di ricondurlo all’elenco tassativo dei contratti stipulabili dagli Enti territoriali ex art. 3 D.M. n. 389/2003. Tale contratto è pertanto da ritenersi nullo in quanto la normativa settoriale in tema di derivati degli Enti territoriali consente la conclusione di specifici derivati unicamente con finalità di copertura, nei soli casi espressamente contemplati e sulla base quindi di un’interpretazione tassativa delle disposizioni dettate in materia.

Per il resto la sentenza si allinea, con profondità argomentativa, alla giurisprudenza di legittimità sugli interest rate swap (cfr. Cass. civ. Sez. Un. n. 8770/2020 e Cass. civ. Sez. I n. 21830/2021), escludendo (come già aveva fatto Corte App. Bologna n. 404/2022) la sussistenza dei presupposti di un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea in merito ad una pretesa ed in realtà inesistente difformità tra le statuizioni di Cass. civ. Sez. Un. n. 8770/2020 ed il diritto UE, precisando in argomento che le norme applicate ai fini della declaratoria di nullità dei contratti derivati sono riconducibili al codice civile ed a altre norme di diritto interno senza che si pongano questioni pregiudiziali in riferimento al diritto comunitario.

La pronuncia è consultabile al seguente link: https://www.dirittobancario.it/art/derivati-degli-enti-locali-il-tribunale-di-venezia-si-allinea-agli-orientamenti-della-cassazione/